C’è un documento specifico che attesta e certifica che il nostro impianto elettrico è a norma, è sicuro e funziona in ogni sua parte?
Sì, è la Dichiarazione di conformità, che deve avere determinate caratteristiche per essere in regola.
In questo articolo vedremo quali sono le funzioni specifiche della Dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico, quando è obbligatoria, chi la rilascia, quanti anni è valida, cosa succede se non ne sei in possesso e come recuperarla, e infine il modello aggiornato al 2023.
Che cos’è e a cosa serve la Dichiarazione di conformità di un impianto elettrico?
La Dichiarazione di conformità di un impianto elettrico, conosciuta anche come DICO, è un documento obbligatorio per legge.
È diventata infatti obbligatoria a partire dal 1990 con la legge 46/90, abrogata e poi sostituita con aggiornamenti dal DM 37/08 del 2008.
In questi anni, per la prima volta, vengono regolamentate tutte le fasi che riguardano gli impianti elettrici: la progettazione, l’installazione, la manutenzione e, appunto, la certificazione.
In particolare, la Dichiarazione di conformità certifica che l’impianto è stato realizzato a regola d’arte, e che quindi è conforme alle leggi nazionali, alle norme dell’UNI (Ente nazionale italiano di unificazione, organismo nazionale italiano di normazione), del CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) e di altri Enti di normalizzazione che appartengono agli Stati membri dell’Unione europea.
La Dichiarazione di conformità garantisce anche che, nel realizzare l’impianto elettrico, l’impresa ha seguito le indicazioni del progetto, laddove ve ne fosse uno, usato materiali idonei, verificato l’intera sicurezza dell’impianto e che questo funzioni correttamente.
Quando è obbligatoria la dichiarazione di conformità?
La Dichiarazione di conformità è sempre obbligatoria per tutti gli impianti che producono, distribuiscono, trasportano e utilizzano l’energia elettrica.
Per completezza, bisogna però ricordare che la Dichiarazione di conformità deve essere emessa anche per tutti gli altri tipi di impianti, come:
- impianti antincendio;
- impianti per l’automazione di porte, cancelli e barriere;
- impianti per la distribuzione e l’utilizzo di gas;
- impianti idrici;
- impianti di protezione contro le scariche atmosferiche;
- impianti radiotelevisivi (comprese le antenne);
- impianti sanitari;
- impianti di sollevamento di persone o cose come ascensori, montacarichi, scale mobili;
- impianti di riscaldamento, di climatizzazione, di condizionamento e di refrigerazione.
Ora guardiamo nel dettaglio anche per quali interventi è obbligatorio il rilascio della Dichiarazione di conformità.
- Per realizzare un nuovo impianto elettrico.
- In caso di rifacimento dell’intero impianto elettrico esistente.
- In caso di manutenzione straordinaria, come la modifica di parte dell’impianto elettrico (quando viene ampliato, ad esempio). In questo caso la Dichiarazione di conformità riguarderà solo la parte dell’impianto modificata.
- Quando cambia la destinazione d’uso dell’immobile (da locale commerciale ad abitazione, ad esempio).
- Quando dobbiamo allacciare nuove utenze.
La Dichiarazione di conformità invece non serve in nessun caso di manutenzione ordinaria dell’impianto elettrico.
Chi rilascia la dichiarazione di conformità per l’impianto elettrico?
Per quanto riguarda chi rilascia la Dichiarazione di conformità, questo compito spetta sempre alla ditta che ha realizzato o modificato l’impianto elettrico, una volta terminati i lavori e dopo aver collaudato l’impianto stesso.
Ricordiamoci sempre che la ditta installatrice deve essere qualificata e abilitata a realizzare l’impianto elettrico, come stabilito dalla legge. In caso contrario, l’intervento non avrà nessun valore legale, con il rischio di pesanti sanzioni amministrative.
In particolare, è il responsabile tecnico dell’impresa che compila e firma la Dichiarazione di conformità, assumendosi tutta la responsabilità di ciò che viene dichiarato nella DICO.
La ditta installatrice, inoltre, redige due copie della Dichiarazione di conformità:
- la prima è per l’azienda stessa, che la conserva nel proprio archivio;
- la seconda è per il committente che ha richiesto la realizzazione dell’impianto;
Fino al 2012, la ditta installatrice doveva rilasciare anche una terza copia allo Sportello unico per l’edilizia del comune di riferimento, obbligo che decade con il DL 5/12.
L’installatore non deve quindi più inviare una copia della Dichiarazione di conformità al comune, ma deve conservarla presso la propria sede ed esibirla in caso di controlli. Anche se alcuni comuni continuano a richiedere tale documentazione.
Quanti anni è valida la Dichiarazione di conformità?
La Dichiarazione di conformità non ha una data di scadenza. Perde di validità solo nel momento in cui si decide di intervenire sull’impianto negli stessi casi citati qualche riga sopra:
- rifacimento dell’intero impianto elettrico;
- manutenzione straordinaria;
- cambio della destinazione d’uso dell’immobile;
- allaccio di nuove utenze.
Cosa succede se non hai la Dichiarazione di conformità?
Esistono casi in cui l’impianto non è provvisto di Dichiarazione di conformità. Come comportarsi?
Impianto elettrico realizzato tra il 1990 e il 2008
Se l’impianto elettrico è stato realizzato tra il 1990 e il 2008, e la Dichiarazione di conformità non è stata prodotta, o per qualche motivo è del tutto irreperibile perché magari smarrita, si può richiedere la Dichiarazione di rispondenza. La Dichiarazione di rispondenza è infatti entrata in vigore nel 2008 come atto sostitutivo, con valore di legge, alla Dichiarazione di conformità e certifica che l’impianto rispetta le norme vigenti negli anni in cui è stato realizzato, anche se adesso sono abrogate. Se decidiamo di modificare l’impianto per metterlo a norma secondo le regole tecniche e le leggi vigenti oggi, è necessario che la ditta a cui ci rivolgiamo produca una Dichiarazione di conformità da zero.
Impianto elettrico realizzato dal 2008 in poi
Se l’impianto elettrico è stato realizzato dal 2008 in poi, invece, non si può richiedere la Dichiarazione di rispondenza. In questo caso è sempre obbligatoria la Dichiarazione di conformità, quindi dobbiamo mobilitarci per recuperarla e, se non riusciamo a trovarla, dovremmo farne produrre una nuova.
Come recuperare la Dichiarazione di conformità per il tuo impianto elettrico?
Nel caso in cui dovessimo reperire la Dichiarazione di conformità originale, ecco a chi possiamo chiedere:
- In primis, possiamo rivolgerci direttamente alla ditta che ha realizzato l’impianto, in quanto è tenuta a conservarne una copia nel proprio archivio.
- Se la ditta non è in grado di fornire il documento, possiamo chiederne una copia allo Sportello unico per l’edilizia del comune di riferimento. Alcuni comuni, infatti, continuano a chiedere la Dichiarazione di conformità alle ditte installatrici, nonostante sia decaduto l’obbligo di inviarne una copia.
- Infine, possiamo chiedere al committente che in origine ha commissionato l’impianto. Se parliamo infatti di un impianto elettrico ad uso civile, possiamo chiedere al proprietario dell’immobile in cui è stato realizzato l’impianto. Anche in questo caso, la ditta che ha eseguito i lavori ha dovuto produrre una copia e lasciargliela.
Modello di Dichiarazione di conformità aggiornato al 2023: com’è fatto?
Per essere a norma, la Dichiarazione di conformità deve contenere determinati elementi obbligatori, che possono però cambiare nel tempo.
La regola dell’arte su cui si basa la Dichiarazione di conformità, infatti, non è statica, si evolve, ed occorre quindi che le ditte installatrici si aggiornino a loro volta sull’evoluzione della normativa tecnica e legislativa.
Ecco come si presenta la Dichiarazione di conformità nel 2023 e quali elementi deve contenere.
Dati dell’impresa installatrice
Prima di tutto, la DICO deve illustrare i dati dell’impresa installatrice:
- nome e cognome del titolare o legale rappresentante;
- in che settore opera;
- la sede, il numero di telefono, il numero di di Partita Iva e il codice fiscale;
- il codice di iscrizione nel registro delle imprese del comune in cui opera;
- il codice di iscrizione all’albo Provinciale delle imprese artigiane del comune in cui opera.
Tipo di impianto e di intervento
La Dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico deve riportare anche la tipologia di impianto su cui è stato eseguito l’intervento, la sua potenza, e il tipo di intervento eseguito, ad esempio:
- realizzazione di un nuovo impianto;
- trasformazione di un impianto esistente;
- ampliamento di un impianto esistente;
- manutenzione straordinaria;
- altri tipi di interventi che necessitano la certificazione dell’impianto elettrico.
Dati del committente
Nella DICO dobbiamo trovare indicati anche i dati del committente:
- nome e cognome della persona o dell’ente che ha commissionato l’impianto;
- il luogo dove si trova l’impianto e i locali in cui è stato installato;
- la proprietà del luogo e dei locali dove si trova l’impianto;
- l’uso dell’edificio in cui si trova l’impianto, che può essere industriale, commerciale, civile o di altro tipo.
Dichiarazioni
Dopo avere elencato tutti i dati necessari della ditta installatrice, dell’impianto e del committente, nella Dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico troviamo la parte dedicata alle dichiarazioni.
La ditta che ha realizzato l’impianto dichiara di aver rispettato il progetto, dove questo è richiesto, e le norme tecniche e di legge vigenti.
L’azienda dichiara anche di aver installato componenti e materiali adatti al luogo dell’installazione e di aver controllato l’impianto ai fini della sicurezza e della funzionalità con esito positivo, e solo dopo aver eseguito tutte le verifiche richieste dalle norme e dalle disposizioni di legge di riferimento.
L’azienda inoltre dichiara di declinare ogni responsabilità in caso si verifichino incidenti a persone o cose dovuti alla manomissione dell’impianto, in particolare in caso di mancata manutenzione o riparazione.
Allegati obbligatori e facoltativi
Scorrendo la DICO, dopo le dichiarazioni della ditta troviamo gli allegati obbligatori:
- il progetto, quando il tipo di impianto e l’intervento da eseguire lo richiedono;
- la relazione con le tipologie dei materiali utilizzati;
- lo schema dell’impianto, che riporta il tipo di impianto e le sue misure di protezione;
- il riferimento a Dichiarazioni di conformità precedenti o parziali, se esistono;
- la copia del certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico-professionali dell’azienda.
Nella Dichiarazione di conformità possiamo trovare anche allegati facoltativi, come ad esempio:
- il rapporto di verifica, che riporta l’esame a vista, le prove e il collaudo dell’impianto;
- le istruzioni per l’uso e la manutenzione dell’impianto.
Quelli appena mostrati sono tutti gli elementi che ti servono per capire se la Dichiarazione di conformità del tuo impianto elettrico è in regola ed in grado quindi di certificare se l’impianto è a norma, sicuro e funzionante.
Hai delle altre domande a cui non hai trovato risposta? Hai ancora qualche dubbio riguardo la DICO che ti hanno rilasciato? Contattaci!